Le Passioni

- Apnea e subacquea. Ascoltare il silenzio e muoversi senza poggiare i piedi a terra, come essere embrioni
- Fotografia. Quantità di immagini che viaggiano, entrano ed escono dalla memoria, che si fermano in un schermo di un computer
- Creare gioielli. Idee che fluttuano, fantasie che sfarfaleggiano, creatività che frulla, poche risorse e un po’ di manualità: il gioco è fatto!
- Confezionare centritavola natalizi. Il natale, momento più fantasioso dell’anno, più sfavillante, più luccicante; un dono altrettante splendente da posizionare al centro della casa
- Giardinaggio. Conoscere, documentarsi, appassionarsi, prendersi cura… con passione e buona volontà, piante e alberi, fiori e succulente, verde e tanto verde, il mio colore preferito
Le passioni: Architettura
Il gusto del bello
Il “bello” è uno stato emotivo, una sensazione gradevole, è qualcosa che ci colpisce piacevolmente a livello emozionale. I criteri in base ai quali avviene questa identificazione sono sia individuali, intimamente legati al soggetto ed alla sua esperienza, frutto delle sue peculiarità etniche e socio-culturali, sia universali, comuni a tutti gli esseri umani. Questi ultimi consentono l’identificazione di forme universalmente riconosciute come belle e hanno come comune denominatore l’armonia morfologica e funzionale che definisce il concetto di normalità.
La ricerca dell’armonia e del bello è stata sempre un’esigenza dell’uomo. La vita degli uomini primitivi, volta alla sopravvivenza, non lasciava tempo alla contemplazione del bello. Ciò nonostante la sensibilità estetica si estrinseca nell’arte rupestre. I pochi esempi di raffigurazioni umane di questo periodo ritraggono l’uomo con immagini grottesche e distorte per superstizione o paura. Con il progredire della civiltà l’uomo comincia a sviluppare la sua percezione di bellezza. Il concetto del bello e di bellezza viene percepito finalmente, viene studiato e scrutato in tutte le sue sfaccettature.
L’uomo è consapevole di sé e di ciò che lo circonda, fa un’analisi delle proprie emozioni, fa una meditazione e una ricerca interiore ogni volta che si trova di fronte qualcosa che suscita sensazioni. Le arti sono frutto di questa consapevolezza, di questo appropriarsi di emozioni, di lasciarsi guidare dalla sensibilità ad acquisire appagamento, felicità, benessere, compiacimento, soddisfazione, pienezza.
Tutte emozioni che possono scaturire dall’osservazione e dalla meditazione di qualcosa che esiste intorno a noi, dalla natura, da una persona, da un volto, da un sorriso, da un qualcosa prodotto dal genio umano, un quadro, una melodia, un edificio.
L’architettura è nata anzitutto per soddisfare le necessità biologiche dell’uomo quali la protezione dagli agenti atmosferici, e proprio per questo è tra le discipline maggiormente presenti in tutte le civiltà. Solo in un secondo momento, con lo sviluppo della divisione del lavoro nella società, alla funzione primaria vennero aggiunte funzioni secondarie in numero sempre crescente. Con la comparsa di caratteri estetici si ebbe la nascita dell’architettura anche come arte visiva, dotata però di proprie caratteristiche peculiari. Nell’architettura concorrono aspetti tecnici e artistici.

L’architettura si configura quindi come un’arte spaziale, capace di modellare le superfici ed i volumi con gli stessi criteri di percezione e comunicazione visiva dei pittori e degli scultori, che non si riduce alla sola componente visiva, ma che è anche legata alle sensazioni che vivere uno spazio (oltre che vederlo) riesce a trasmettere.
Il gusto dell’incomprensibile
Dietro il rigore logico che spinge uno specialista in ambito medico ad interpretare dei segni e sintomi di una particolare alterazione strutturale e/o organica, fino al conclusivo giudizio clinico con la formulazione di un’attenta diagnosi, esiste un aggregato di nozioni, esperienze, conoscenze, studi, competenze. A volte nonostante questo background ci ritroviamo a non sapere interpretare alcuni fenomeni.
L’incomprensibile è proprio la motivazione più grande ad avvicinarsi a qualcosa che non ci è nota o familiare. L’incomprensibile equivale alla curiosità che da sempre ha caratterizzato e distinto il genere umano, è la spinta che ha portato ad un’evoluzione in tutte le scienze e le arti. E diventa gusto e gratificazione se si riesce a trovare la chiave di lettura, la nota interpretativa, il registro di linguaggio adeguato.
La motivazione a voler affrontare l’incomprensibile è proprio la forza emozionale della curiosità, è proprio la spinta a ricercare e studiare sempre di più, senza fermarsi, senza accontentarsi delle banalità e delle mediocrità. Mai…
Il gusto di disegnare e modellare
Fin da bambina le bambole erano giocattoli di secondo ordine e la loro utilità ludica era relativa. Le ore dell’infanzia trascorse a disegnare con matite e colori, o a modellare case ed edifici con costruzioni e mattoncini sono incalcolabili. Disegnare e costruire, ecco come si può dare sfogo ad una incalcolabile dose di fantasia. Provo gratificazione e compiacimento a creare dal nulla un qualcosa, a vedere sotto i tuoi occhi realizzarsi visivamente un oggetto che avevi disegnato solo nelle recondite dimensioni astratte del cervello. Avere un’idea e realizzarla visivamente!
Il gusto di perseguire una passione addolescienziale
L’adolescenza è un periodo della nostra via che ci fa esplodere, vivere di eccessi, che ci fa sognare e disperare per sentimenti estremi. L’energia è il combustibile, l’ardimento è la forza, le aspettative sono i sogni. Anima e mente sono protese a chissà quale altra dimensione che nessuno può condividere, se non noi stessi, in piena solitudine e consapevolezza dell’essere incomprensibili. Sono spinte emotive, non ragionate, frutto di condizioni particolari, effetto di convinzioni istintive e irrazionali, ma sono anche il risultato di consapevolezza di sé, consapevolezza di possedere un talento, una passione. Perseguire quel talento e quella passione sono l’unica ragione di vita di quel momento, l’unico pensiero che ci fa protendere verso il nostro futuro, che ci fa crescere e realizzare, che ci fa diventare “grandi”.
Le passioni adolescenziali sono volubili ed instabili, possono essere superate con una buona dose di maturità. Ma persiste una sensazione di incompletezza. Quella passione per l’arte e l’architettura che ha sempre tinto con venature colorate la mia vita risorge. E decido di dedicarmi all’età di 31 anni al conseguimento di una laurea in Architettura. Passione appagata da molteplici stimoli nuovi!
Il gusto di creare
dal nulla
Su una pagina bianca scorre l’inchiostro di una penna che traccia pensieri, memorie, emozioni… Il potere di una pagina bianca che gradatamente viene ricolmata di parole è nella possibilità di leggerle e comprenderle, di lasciare qualcosa di sé, di comunicare eventi, fatti e concetti, di rendere visibile una parte di noi che non è visibile neanche a noi stessi. E così la matita su un foglio, allo stesso modo è in grado di esprimere lo spirito e le immagini che un individuo ha dentro di sé, che però sono solo degli abbozzi, delle gemme, che hanno bisogno di germogliare e di essere rese usufruibili e interpretate. Creare qualcosa di reale partendo da un concetto o un’idea astratti è qualcosa di terribilmente e spaventosamente meraviglioso e umano. E le opere d’arte di scrittori, musicisti, scultori, pittori e artisti tutti sono frutto di idee che sono state realizzate , apprezzate e condivise.
Il gusto di seguire un’idea
Avere un’idea ed esserne consapevole è il primo passo verso qualcosa che potenzialmente può cambiare il mondo.
Avere un’idea può essere frutto di un fatto che ci provoca stupore, che ci dà emozioni. Avere un’idea è manifesto in coloro che sono capaci di guardarsi intorno, guardarsi dentro, con meraviglia.
Avere un’idea è nascere ogni volta sottoforma di una forma diversa. Avere un’idea è l’essere intelligenti. Avere un’idea vuol dire creare, mettere in chiaro un progetto, rendere leggibile un pensiero. Avere un’idea è evento raro che arricchisce chi riesce ad esternarla e renderla fruibile e chi ne usufruisce. Avere un’idea è semplicemente “geniale”.

Il gusto di studiare altro
Non si apprende se non c’è interesse. E nel momento in cui si scopre di avere un interesse anche lontano da ciò che si è studiato fino a quel momento della propria vita, diventa una gratificazione personale approfondire “altri” argomenti, il tutto in relazione alle motivazioni, alla disponibilità, alla maturazione delle capacità e allo stile di vita di una persona. Gratificazioni e premio per se stessi e nessun altro, quasi un incentivo egoistico ad avere fame di conoscenza e assecondare questa fame. Quasi un pungolo alla sopravvivenza della nostra mente che non si vuole assuefare alla quotidiana routine, ma che invece vuole emergere e contrastare ciò che è “normale”, che vuole completarsi, che vuole saziarsi di informazioni, che vuole scoprire e colmare vuoti illimitati… L’infinito potenziale umano della mente ci spinge e ci motiva…
Il gusto di fare esplodere una incolmabile potenzialità: la fantasia
Tutto ciò che ha le radici nella realtà è statico, tutto ciò si esplica attraverso la fantasia è dinamico. Ognuno di noi possiede una dose di fantasia, ma solo pochi riescono a farla esplodere in tutta la sua bellezza e potenzialità. L’immaginazione, l’inventiva, la genialità rendono la nostra esistenza caratterizzata dai colori e dalle loro innumerevoli tonalità, la fantasia distrugge il grigio, ci consente di essere liberi di esprimere le nostre propensioni interiori, le nostre spinte emotive. Ci libera dalle catene delle responsabilità e dei doveri di tutti i giorni, dalla zavorra dei pensieri degli obblighi ed oneri, dalla scatola rigida della quotidianità, e ci fa gustare la piacevole dimensione surreale dell’infinito, la illimitata sequenza di immagini senza tempo, il sublime rilassamento in una dimensione senza confini…